Gianluca Di Gioia ucciso da uno squalo tigre di due metri: "Attirato dai rifiuti scaricati dai pescatori"
È stato uno squalo tigre, lungo 2,5 metri, a uccidere Gianluca Di Gioia, 48 anni, in Egitto davanti al Sataya Resort, uno dei più lussuosi della costa di Marsa Alam, sul Mar Rosso. Dai primi elementi dell'inchiesta sulla morte del diplomatico dell'Unione europea - che si trovava a Marsa Alam per celebrare il suo compleanno insieme alla moglie e ai familiari - sarebbe emerso come l'attacco è avvenuto a una cinquantina di metri dalla riva, mentre Di Gioia stava facendo snorkeling in un tratto di mare fra i più suggestivi del Mar Rosso per la presenza di una ricca barriera corallina.
Troppo gravi le ferite riportate alle gambe e alle braccia, Di Gioia è morto nonostante il tentativo di un altro italiano in vacanza sul Mar Rosso, Peppino Fappani, 69 anni, odontotecnico cremonese, che si è gettato in acqua dopo aver sentito le grida del connazionale.
Secondo l'imprenditore egiziano, Naguib Sawiris, uno degli uomini più ricchi d'Africa, a causare l'incidente sono state le barche da pesca commerciali che hanno scaricato i loro rifiuti in mare, attirando lo squalo. In un messaggio su X, Sawiris afferma che la pesca commerciale dovrebbe essere vietata in questa zona turistica e ha sottolineato che i ricavi del settore sono più importanti delle barche che distruggono la barriera corallina.
L'attacco e il tentativo di salvataggio
Secondo le testimonianze, l’incidente si è verificato in una zona adiacente al pontile del Sataya Resort, a circa cinquanta metri dalla riva. Fappani, che era in acqua per fare snorkeling, si è accorto delle urla di Di Gioia e si è avvicinato per soccorrerlo. Durante il tentativo di salvataggio, lo squalo ha trascinato entrambi sott’acqua. Di Gioia è rimasto gravemente ferito alle gambe e alle braccia ed è deceduto poco dopo. Fappani, pur riportando ferite non profonde, è riuscito ad allontanare il predatore ed è stato dimesso dall'ospedale dopo aver ricevuto le cure necessarie.
La figlia di Fappani, Cristina, ha raccontato ai microfoni di RTL 102.5: "Mio padre non aveva visto lo squalo inizialmente. Ha pensato che Gianluca avesse avuto un malore e si è avvicinato per aiutarlo. Solo dopo si è reso conto del pericolo". Ha anche precisato che i due turisti non si conoscevano, ma si erano incontrati nel villaggio.
Zone a rischio e sicurezza
Le autorità egiziane sostengono che l’attacco sia avvenuto in acque profonde, al di fuori della zona di balneazione protetta dalla barriera corallina. Tuttavia, la famiglia di Fappani contesta questa versione, affermando che il turista si trovava all'interno della zona consentita. Il ministero dell'Ambiente, che aveva già posto sotto sorveglianza gli squali tigre, mako e oceanici dopo un precedente attacco a un turista russo, ha istituito una commissione per verificare eventuali negligenze nelle misure di sicurezza.