Antonio Rossi, dirigente di una
società di revisione perquisito il 12 novembre in Belgio
nell'inchiesta milanese sulle presunte cyber-spie, "ha fornito"
ai pm "informazioni chiare e dettagliate in merito alla
progettata costituzione a Londra della società Equalize Ltd e
all'incarico di managing director che, in ragione delle proprie
consolidate competenze in ambito di corporate intelligence e
fraud investigation, avrebbe assunto in tale contesto". E "come
noto, tuttavia, il progetto in questione non si è mai
concretizzato, essendosi arrestato al livello di mera ipotesi".
Lo spiega in una nota il suo legale, l'avvocato Andrea
Puccio, in merito all'interrogatorio che si è svolto oggi
davanti al pm Francesco De Tommasi. E richiesto dallo stesso
indagato per "chiarire la propria posizione nell'ambito della
cosidetta vicenda Equalize". Davanti al pm, aggiunge il
difensore, "il dott. Rossi ha illustrato diffusamente la genesi
e la natura dei rapporti instaurati con alcuni dei soggetti
indagati e la propria totale estraneità rispetto alle asserite
condotte illecite connesse al funzionamento della piattaforma
Beyond e al presunto progetto criminale da perseguire oltre i
confini nazionali".
Rossi, spiega ancora il difensore, "non ha mai intrattenuto
alcun rapporto di natura professionale con la società Equalize e
con i soggetti indagati, né in Italia, né all'estero". La difesa
ribadisce, pertanto, "la piena legittimità dell'operato del
dott. Rossi", certa "dell'impossibilità di riconoscere alcun
profilo di responsabilità in capo al medesimo, in relazione alle
ipotesi accusatorie oggi al vaglio della Procura". E rinnova la
"piena fiducia nell'autorità giudiziaria", auspicando "una
celere e positiva definizione del procedimento a carico del
nostro assistito".
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